Andiamo con ordine: Rachel Weisz è meravigliosa, ma lo script le impone un personaggio senza alcuna sfaccettatura. La produzione è così così, un po’ polverosa, ma alla fine proprio questo forse aiuta un po’ la credibilità. La trama è lacunosa e ci sono diverse sottotrame che non aggiungono nulla. Alla fine parliamo dell’ascesa dei cristiani nell’impero romano: violenta, inarrestabile, cieca. Prima contro gli altri (pagani, ebrei) e poi – come ogni forma totalitaria che si rispetti – a proprio interno. Insomma, manca la notizia. Tutto sommato un post-peplum di cui non si sentiva il bisogno, che ha l’unico grande merito di dire come sono andate le cose senza nessun timore reverenziale.