Due etti di Matrix, una spruzzata di Terminator, qualche goccia di Second Life (quantomeno il concept portato alle estreme conseguenze). Agitare bene e servire su schermo d’argento, con guarnizione di mega-budget e cast stellare. Fin qui Surrogates sembrerebbe di avere tutte le carte in regola per essere un prodotto di alta cucina. Ma purtroppo non è così. L’incipit si inaridisce subito e tutte le buone premesse evaporano, schiantandosi su una sceneggiatura che dopo il primo quarto d’ora traballa e barcolla, affannandosi pesantemente verso la mindless action. Come se non bastasse, on top of that arriva il solito, putrido, trito e ritrito, insopportabile, immancabile happy-fucking-end a mettere la parola fine ad ogni possibile speranza di recupero. Peccato.