Revolver (2005)

Da uno come Guy Ritchie ti aspetti di metterti bello spiaggiato sul divano e goderti un film cazzuto e intrigante come i precedenti Lock, Stock and Two Smoking BarrelsSnatch. Gli ingredienti per andare sul sicuro ci sono tutti: il solito Jason Statham, il goodfella Ray Liotta, il solito scenario di criminalità decadente che gira intorno al solito casinò e le solite montagne di soldi che passano velocemente di mano, tra morti e puttane. L’inizio è promettente, imperniato su perle di saggezza (you can only get smarter by playing a smarter opponent) e varie formule cabalistiche che rendono il tutto molto originale. La fotografia super contrastata e gli angoli di ripresa tipici del regista garantiscono un look-and-feel supercool. Sembrerebbe quasi perfetto, e invece è una delle più cocenti delusioni che potevi aspettarti. Molto presto il film si ingarbuglia, inseguendo una sceneggiatura sgangherata e confusa, andandosi poi a perdere nel delirio – letteralmente – di alcune scene in cui realmente ti verrebbe da spegnere e fare altro. Difficile raggiungere i titoli di coda, perchè la sensazione è quella di perder tempo.

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