Durante una vacanza insieme, due tipini qualunque, tra una birretta e uno sbadiglio, anzichè ammazzarsi di sudoku decidono di inventare Indiana Jones. Il primo (un certo George Lucas) voleva ricreare una versione moderna dei film d’avventura degli anni ’40. Il secondo (tale Steven Spielberg) voleva proporsi come regista per il successivo James Bond (a occhio e croce For Your Eyes Only), ma si lasciò convincere dal primo che questo sarebbe stato meglio. Raiders raccoglie la meravigliosa eredità dei suoi due papà (che avevano appena finito di girare cazzate tipo Star Wars e Close Encounters of the Third Kind), rappresentando, nello stantio panorama dei primi anni ’80, una vera e propria rivoluzione. Il film è perfetto e riesce in un solo colpo a creare un irresistibile immaginario avventuroso e a lanciare uno dei personaggi di maggior fascino – e successo – della storia del cinema. Ma al di là di questo, è un vero spasso: una produzione da urlo, dove nulla è lasciato al caso, in cui tutto – dalle location ai costumi, dai props alla fotografia – parla di ricerca della qualità assoluta, sorretto da una sceneggiatura che ti chiede solo di allacciare la cintura di sicurezza del divano e lasciarti portare nei quattro angoli del pianeta, come su un vagoncino di un meraviglioso rollercoaster.