Cloverfield (2008)

Un mostro strano, storto, assurdo, all’improvviso attacca New York mentre siamo ad una festa in casa di amici. In pieno Cinéma vérité style, usciamo in strada e scappiamo, mentre qualcuno continua a riprendere, senza sapere bene cosa, come, dove. In realtà quello che stiamo vedendo è un file video dell’incidente denominato Cloverfield, ritrovato dall’esercito USA nell’area formerly known as Central Park. Tra tagli, salti e movimenti repentini tipici delle riprese handycam, ci addentriamo in un meraviglioso monster thriller capace di unire l’horror apocalittico anni ’60 alla Godzilla con le più moderne paure e fobie. Cloverfield rappresenta un altro tassello nella folgorante carriera di J. J. Abrams, che per l’occasione si limita a produrre lasciando la regia a Matt Reeves. Un film particolare e innovativo, che si permette il lusso di non avere titoli (se non, appunto, l’avvertimento che stiamo assistendo ad un file classified) e di finire male, lasciando finalmente da parte la tentazione di cedere al solito melenso happy end (alla Emmerich, per capirci). Un gran bel film insomma,di grande personalità, assolutamente da vedere al buio, a 5.1 spianato, col divano appoggiato sulla testa mozzata della Statua della Libertà.

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