Pitch Black (2000)

B-movie in piena regola, sci-fi allo stato brado, in un film strano e sorprendente. Vin Diesel è Riddick, l’antieroe che diventerà subito cult. Con lui, precipitiamo su un pianeta con tre soli, tre luci diverse e un look and feel unico per la sgranatissima fotografia – da urlo – di David Eggby. Un pianeta dove non è mai notte. Beh, quasi mai. Sul cadreghino il signor nessuno David Twohy, che ci regala una regia spavalda e coraggiosa, capace di valorizzare ogni granello di sabbia, ogni ombra, ogni dettaglio. La sequenza iniziale, con la pioggia di meteoriti, l’astronave che precipita, la meravigliosa Radha Mitchell che tira maniglioni e aziona mega-flap, sarebbe da incorniciare e studiare in una scuola di montaggio. E con questo scintillante popò di packaging, anche una sceneggiatura – onestamente non particolarmente originale – come quella di Pitch Black riesce a venir fuori dallo schermo con un grido di gioia. Alla fine non c’è nulla che non ti aspetti, è pur sempre un B-movie, ma quello che c’è, anche se te lo aspetti, è davvero da urlo.

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