Prendi gli anni ’70, quei colori, quei tessuti stampati, quel design; mettili a Londra, in quel che resta della swinging London; aggiungi la simpatia tutta brit di Roger Moore e la sbruffona irruenza dell’americano DOC Tony Curtis; un goccio di glamour, una spruzzata di giallo, due pezzetti di spy-story, vodka e tanto ghiaccio; shakera per bene e servi in bicchiere da cocktail con oliva. Ecco Attenti a Quei Due, quintessenziale serie TV che, in un’unica costosissima stagione, entra nell’olimpo delle serie cult di tutti i tempi. Naturale che rivisto oggi, abituati come siamo a 24, CSI e cloni vari, The Persuaders appaia ingenuo e irreale. Ma credo sia proprio questo il suo bello, perchè la serie cattura alla perfezione lo spirito di un’epoca in cui il mondo era meno disilluso, e guardava al futuro ancora con ottimismo. Girato tra Londra, Cannes e Monte Carlo, con puntatine in Italia, Spagna e Svezia, questo telefilm mette insieme due attori veri, due pezzi grossi del grande schermo, che ci regalano due personaggi memorabili: l’aristocratico Lord Brett Sinclair (Moore) e il self-made-man Danny Wilde (Curtis). Ne risulta una miscela esplosiva di simpatia, divertimento e azione, perfettamente inquadrata e sintetizzata nell’indimenticabile sigla di apertura, meravigliosamente commentata dalla musica di John Barry. Citazione d’obbligo per le auto dei due protagonisti: una Aston Martin DBS V8 per Brett Sinclair e una Ferrari Dino 246 GT per Danny Wilde, capaci di riverberare perfettamente le personalità dei due guidatori e divenute un trademark della serie dopo l’inseguimento della primissima puntata. Nota di colore: Roger Moore, che all’epoca aveva ambizioni da stilista, disegnò personalmente l’intera collezione di abiti indossati dal suo personaggio. Patrimonio dell’umanità.