Vincere! (2009)

Marco Bellocchio si siede dietro la macchina da presa e sforna un film che non ha nulla di italiano. Mi riferisco, ovviamente, ai valori produttivi e a un look-and-feel decisamente – e sorprendentemente – di respiro internazionale. Viene da dire, finalmente! Tutto italiano invece, e della peggior specie, il racconto, superbamente sceneggiato dallo stesso Bellocchio, di uno dei capitoli più oscuri della storia del duce. Oscuro non solo in quanto vergognoso, ma anche e soprattutto in quanto eloquente riflesso privato dell’uomo pubblico che getterà l’Italia nel baratro della Seconda Guerra Mondiale. Prova provata, casomai ce ne fosse bisogno, che l’uomo era quello che era, tanto capace di segregare il suo primogenito e la madre in manicomio, quanto di segregare e quindi distruggere la sua Italia fascista. Immensa e bellissima Giovanna Mezzogiorno nella parte di Ida Dalser, così come grandissimo si rivela Filippo Timi, meravigliosamente credibile sia nei panni di Mussolini che in quelli del figlio Benito Albino una volta adulto. Vincere! ha mancato per un soffio il premio di miglior film ai David di Donatello 2010, andato invece a L’uomo che Verrà. E questo senza dubbio testimonia la qualità di questo film, fotografato alla grande da Daniele Ciprì, che ci farà fare bella figura col mondo, se non per la storia che racconta, almeno per la qualità assoluta con cui la porta sullo schermo. Da vedere.

Questo non è il tempo di gridare la verità. È il tempo di tacere, di recitare una parte.

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