Si, lo so, ‘sto film è la classica minchiata nel più classico stile hollywoodiano, a cavallo tra la commedia degli equivoci e il romantico. E tu, già dai titoli di testa, sai come andrà a finire. Ma questo lo rende anche molto rassicurante, perfetto rappresentante del cinema di evasione, ideale – quasi raccomandabile – per una serata spansierata. E la bionda regista Anne Fletcher lo dirige con quel delicato tocco femminile capace di dargli valore aggiunto e personalità, e qui sta la chiave di volta del film. Meravigliosa Sandra Bullock, parecchio più gnocca da quarantenne, indiscussa protagonista e assoluta mattatrice del film, ben supportata dal simpatico Ryan Reynolds, ottimamente scelto per quel ruolo. Gag e battute si susseguono tra location e scenografie da sogno – senza mai scadere nel pecoreccio, che resta prerogativa dei cine-panettone nostrani – e alla fine i 107 minuti del film letteralmente volano, lasciandoti lì con un bel sorrisone stampato in faccia, fino all’inevitabile – e irrinunciabile – happy/lovely end. Prodotto (benissimo) dal team di J.J. Abrams Kurtzman/Orci e dalla stessa Bullock, costato 40 milioni di dolla ne ha già incassati 317, and counting. Non entrerà nella storia del cinema, ma sicuramente spicca nell’anonimato di prodotti simili. Fossi in voi, quei 107 minuti farei un pensierino a dedicarglieli.