Le Concert (2009)

Che bello, un inno alla musica, travestito da commedia, velato di satira politica, alla fine capace di far ridere, riflettere, commuovere. Radu Mihăileanu, regista franco-rumeno – lo stesso che nel 1998 ci aveva regalato il bellissimo Train de Vie – questa volta punta il mirino sulla musica classica, in particolare su un difficilissimo Tchaikovsky che i protagonisti dovranno/vorranno suonare per prendersi la rivincita su un torto subito trent’anni prima. E lungo il percorso che li porterà da Mosca a Parigi, tra rocambolesca ironia (spassosa la scena in cui dettano le condizioni ai francesi) e momenti più profondi e toccanti (la relazione tra il protagonista e la moglie) un’altalena di sentimenti e stati d’animo che solo il vero cinema può e sa dare. Aleksei Guskov è  grandissimo e credibile nella parte del Maestro, mentre la bellissima – quasi sosia di Uma Thurman – Mélanie Laurent è convincente nella parte della violinista fuoriclasse e sulla cresta dell’onda. Ma è quando i due s’incontrano che il film davvero decolla, verso quel concerto finale in cui tutto si mescola, si risolve, si compie, in un crescendo musicale e d’immagini girato alla perfezione, che non può far altro che portarti alle lacrime, tra gioia e commozione. Decisamente da vedere, magari – se proprio devo dire – chiudendo un occhio su un doppiaggio strano (i russi parlano in italiano con l’accento russo) e su una parte centrale che in qualche passaggio è un po’ stanca. Cinque stelline comunque, ad un film bello, emozionante, che degnamente rappresenta il cinema senza effetti speciali, fatto di sceneggiatura, dialogo ed emozioni.

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