Cazzocazzo, che (mezza) delusione! Il grandissimo Antonio Albanese porta (finalmente?) al cinema Cetto La Qualunque e la sua ovvia, attesissima e acclamatissima simil parodia della parabola berlusconiana, spostata per l’occasione da Arcore alla Calabbria e con la mira abbassata dalla world domination del cavaliere al semplice diventare sindaco di Cetto. Il film riesce a catturare perfettamente lo spirito La Qualunque, ovviamente grazie alle doti di Albanese, ma fallisce sul piano dell’intrattenimento, rivelandosi troppo spesso stanco e prevedibile. Alla fine, e sono convinto che anche Cetto lo sappia, il personaggio funziona meglio sulla breve distanza mentre fatica a reggere novanta minuti. Ovvio comunque che si sia voluto farne un film, visto che il tutto sembra tagliato su misura – malgrado invece l’idea nasca nei primi anni duemila – sulla più recente cronaca Bunga Bunga. E del resto, con tutta la merda che c’è in giro, va bene così. Alcune battute restano memorabili, e una sana riflessione su un certo malcostume nazionale può regalare al film una venatura sicuramente più vicina a Monicelli che ai Vanzina. Guardiamolo pure, ma non starei in coda per accaparrarmi il bluray.
Cetto La Qualunque: Fatte i cazzi tua.