La mega-produzione di Sofia Coppola, oscar per i migliori costumi, descrive in modo tutto suo la parabola dell’Austriaca alla corte di Francia, e lungo il percorso smentisce perfino la famigerata battuta Maestà, il popolo non ha pane! e lei Che mangino brioche! Non è il solito film dilatato di Sofia, ma un bellissimo affresco sul crepuscolo di un impero. Ricostruzione, costumi e location sono davvero da urlo, e trasmettono alla grande lo stucchevole senso di spreco e di avvitamento su se stessa di una monarchia che ha perso il senso della misura in ogni direzione. Ma soprattutto questo film parla di una donna e della sua solitudine, a partire dalla siderale distanza della madre, passando per tutti gli assurdi privilegi/doveri regali, per finire con le patetiche performance di un maritino più interessato alla caccia alla volpe. Kristen Dunst alla fine non è nemmeno male nella parte della principessa catapultata regina, e anche il resto del cast – inclusa Asia Argento nella parte della zoccola di corte – se la cava bene. Tutti bravi, e tutto contribuisce a rendere palpabile il distacco tra quello che avviene fuori Versailles (l’imminente Rivoluzione Francese) e l’assurdità della vita di palazzo. Dichiaratamente realizzato senza nessuna volontà di rappresentare un documento storico, ma solo di rappresentare una storia, questo film è da vedere perchè potentemente onirico, prepotentemente cinematografico, spettacolare e per certi versi intrigante. Curiosa e meravigliosa, infine, la scelta di una colonna sonora a cavallo tra la musica classica – che ti aspetti – e i capisaldi della new-wave anni ’80 (Joy Division, Cure, Adam and the Ants, Siouxsie and the Banshees, ecc.) che invece non ti aspetti, ma che risultano sorprendentemente perfetti anche in costume settecentesco (i titoli di coda con All Cats Are Grey dei Cure sono da vera pelle d’oca!)
Marie-Antoinette: This is ridiculous.
Comtesse de Noailles: This, Madame, is Versailles.