Paul (2011)

Incontrare un vero Alieno, soprattutto se avesse l’aspetto del classico omino verde alla x-Files e il carattere di un qualunque cazzone con cui ridere e scherzare, sarebbe carino, no? Ed ecco Paul, direttamente dall’Area 51, incrociare e dirottare il camper Simon Pegg e Nick Frost, quei due loschi figuri inglesi che in passato avevano fatto robine tipo Spaced o Shaun of the Dead. Questo film ricorda per certi versi Galaxy Quest, con cui condivide gli abbondanti riferimenti alle convention di nerd impallinati di sci-fi e insieme a cui rappresenta un devoto messaggio d’amore incondizionato al genere. Paul è tra noi, ed è grazie a lui che Stefanone Spielberg ha girato Close Encounters of the Third Kind, e sempre grazie a Paul la Fox ha creato il già citato x-Files. Insomma, è un alieno ma è anche una specie di consulente dell’umanità. Che però ad un certo punto capisce la differenza tra essere ospite ed essere prigioniero, e decide di tornare a casa. Il film è una meraviglia, che cita a mani basse tutto quello che può, e che ci regala un alieno come in fondo vorremmo che fossero: verdi, con gli occhioni e la testona, ma simpatici e cazzoni come noi e, perchè no, con qualche super potere derivante dall’evoluzione. Lungo il percorso affrontiamo temi spinosi mescolati a battutacce e puzzette marziane, ma sempre con la delicatezza di non scadere mai nel pecoreccio. Pegg e Frost si confermano geniali, e la provenienza UK si sente eccome, regalandoci un film che riesce a rimanere leggero al punto giusto. Da vedere, soprattutto se si ama la fantascienza, ma anche no.

Clive Gollings: Agent Mulder was right!
Paul: Agent Mulder was my idea!

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