In effetti la Basilicata è una di quelle regioni italiane di cui non si parla mai, messa in ombra da altre regioni vicine o lontane decisamente più note, quando non famigerate. E a giudicare da questo film, non se ne coglie il perchè: trattasi infatti, a quanto pare, di vero e proprio paradiso terrestre, con tanto di rocche poetiche inerpicate su cucuzzoli, distese di morbide colline verdi e gialle, piatti e danze tipici, personaggi degni di un libro. Insomma, non fosse una commedia potrebbe trattarsi di un video di qualche ente turistico. Ma poi, al di là della Basilicata, questo è un film che parla di persone con il classico sogno nel cassetto (la band!) da sostenere e coronare, in fuga da tutto e da tutti, in questa sorta di pellegrinaggio alla ricerca e alla riscoperta di se stessi. E si, anche della Basilicata. Alla fine il personaggio più convincente è Max Gazzè – cui sono grato da anni per Una Musica Può Fare – capace con due parole di diventare il vero evento di un film in cui tutti, comunque, sono in trasformazione, o in evoluzione, verso non si sa bene cosa. Insomma, a piedi da una costa all’altra ci si ritrova, si cresce, si rivedono posizioni preconcette, si superano traumi e forse si trova pure l’amore. E perché no? In fondo la vita è un cammino, e questo film ne rappresenta una piacevolissima metafora.
Nicola Palmieri: La Basilicata esiste, è un po’ come il concetto di Dio, ci credi o non ci credi.