Il primo Bond interpretato da Roger Moore, l’unico in cui non appare il mitico Desmond Llewellyn nel ruolo di Q. Live and Let Die segna l’addio definitivo di un certo Sean Connery al personaggio e al filone,
ed era ora visto che il Connery che aveva interpretato Diamonds are Forever era veramente ormai impresentabile, che in compenso cambia marcia. Moore porta un po’ della sua leggerezza, e quel suo sorriso ironico a sostituire il ghigno sbruffone e la s moscia di Connery. La sceneggiatura segue, e alleggerisce di conseguenza. Non sempre nella direzione giusta, però. Live and Let Die alla fine ha un paio di cose belle (il titolo e la musica) e per il resto è una ciofeca quasi inquadrabile. Non è un film di spionaggio, non è action, non intrattiene (l’inseguimento dei motoscafi è da spararsi nei coglioni) e non c’è nemmeno figa. Per non citare, ma lo farò, il patetico tentativo di strizzare l’occhio al filone Blaxploitation, che se fosse passata di lì Coffy avrebbe preso tutti a calci nel culo. Malgrado questo, però, il film fu un successone costato 7 milioni di dolla e capace di incassarne, ad oggi, oltre 161. Per carità, lo si può guardare, ma preparatevi all’effetto gran premio, soprattutto se il divano è comodoso.
James Bond: Hi there. Allow me to introduce myself. Bond. James Bond.
Solitaire: I know who you are, what you are, and why you’ve come. You have made a mistake. You will not succeed.