The King’s Speech (2010)

Scusate ma a ‘sto punto, dopo aver sentito le peggiori sviolinate a reti unificate, devo dire anch’io la mia. Non tanto perchè in disaccordo – anzi controcorrente – quanto perchè questo film secondo me rappresenta la quintessenza del conformismo e l’appiattimento della critica: siccome qualcuno ha detto che è bello, allora tutti dietro come un gregge, compresi quelli che a Hollywood distribuiscono statuette. Ma purtroppo per fare un buon film non basta parlare di un balbuziente, della seconda guerra mondiale e della monarchia inglese. Così come non bastano un paio di bravi attori. Trattasi di stratagemmi da quattro soldi, che però a quanto pare sono riusciti a sdoganare un film in cui la regia è morta e la sceneggiatura di una noia mortale. E purtroppo (per il film) quattro oscar rubacchiati alla noia di un’interminabile e inutile sbadiglio non lo faranno entrare nella storia del cinema. Ma il peggior difetto di questo Discorso del Re è l’irrilevanza, perchè continuamente durante questo film ti chiedi a chi possa interessare, perchè non aggiunge nulla, perchè è un dettaglio che non intriga, non commuove e non convince. Tutto questo clamore ingiustificato e ingiustificabile ricorda più il grande fratello che quella nobile arte chiamata Cinema. Una ciofeca.

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The Killing (1956)

Un certo signor Kubrick ha scritto e diretto questa cosa cinquant’anni fa, quando i film erano diversi e le sceneggiature pure. The Killing (Rapina a Mano Armata per noi) è un film in cui ci già sono molte delle cose che verranno, a riprova – ma non ce n’era bisogno – di quanto Stanley fosse avanti. Giusto per dirne una, tutta la fase di avvicinamento alla rapina raccontata più di una volta – ma ogni volta diversamente – attraverso le storie dei vari componenti della banda (i sapientoni del cinema la definirebbero struttura diegetica non lineare, ma qui siamo su Directed By e parliamo come mangiamo). In questo film c’è già molto – seppur allo stato embrionale –  di come poi qualcuno (chessò, Tarantino in Reservoir Dogs e Pulp Fiction?) userà a dismisura la narrazione via flash-back o i salti temporali o gli stessi cinque minuti ripetuti attraverso gli occhi dei diversi protagonisti. The Killing è un capolavoro, invecchiato benissimo, o forse nemmeno invecchiato, in ogni caso super-cool. Da stravedere.

Maurice: You have my sympathies, then. You have not yet learned that in this life you have to be like everyone else – the perfect mediocrity; no better, no worse. Individuality’s a monster and it must be strangled in it’s cradle to make our friends feel confident. You know, I’ve often thought that the gangster and the artist are the same in the eyes of the masses. They are admired and hero-worshipped, but there is always present underlying wish to see them destroyed at the peak of their glory.

Knight and Day (2010)

Cominciamo col dire che se ad un certo punto nella storia del cinema non ci fosse stato Mr. And Mrs. Smith, questa gradevole action-comedy di James Mangold molto probabilmente non esisterebbe. Tom Cruise (che gigioneggia malgrado qualche ruga) e Cameron Diaz (in forma smagliante, davvero bellissima in abitino giallo e stivali cow-girl) fanno dichiaratamente il verso mutatis mutandis ai cognugi Pitt. E anche se questi restano inarrivabili quanto a carisma e chimica, Tom e Cameron riescono comunque molto bene nell’impresa. E cosí ancora una volta assistiamo alle mirabolanti imprese di una coppia da sogno hollywoodiano di mezza estate, alle prese con la CIA, i baddies, i rogue agents e tutta la letteratura dello spy-action degli ultimi anni. Di diverso rispetto agli Smiths, oltre a qualche dettaglio nella trama (che comunque resta solo un pretesto per mostrare quanto è cazzuto lui e gnocca lei e, sul finire, viceversa) c’é una decisa accelerazione sul lato comedy, che dà al film un gradevole ulteriore senso di leggerezza. Alla fine stiamo ovviamente parlando di bollicine, e se Mr. and Mrs. Smith era Coca-Cola, questo Knight and Day è una Pepsi: copiato senza badare a spese, un pó diverso, ma avrà i suoi estimatori. Ottimo in ogni caso per una serata all star spensierata e divertente, alcune battute e alcuni momenti sono davvero esilaranti ed è garantito che uscirete dal cinema col sorriso.

Kick Ass (2010)

Per la prima mezz’ora questo film sembra – o forse volutamente è – la classica, dozzinale commediola insipida su teen-agers americani, il liceo, i primi amori. E tu sei li spiaggiato sul divano, con tutto il tuo full HD e 5.1, che sbuffi e in fondo ti chiedi perchè ci stai pure perdendo tempo. A quel punto però Matthew Vaughn (che aveva lavorato con Guy Ritchie a cazzate tipo Lock and Stock e Snatch) decide che è ora di prenderti in contropiede, e il film decolla, prendendo una sorprendente piega da revenge movie di chiara ispirazione Tarantiniana (Kill Bill anyone?). Quella prima mezz’ora era solo di warm-up, di costruzione delle fondamenta, e ora stai guardando un film completamente diverso: acuto, irriverente, violento, sanguinario, squisitamente citazionista, coraggioso, sfrontato, avantissimo… e potrei continuare. Aaron Johnson nei panni di Kick Ass è meraviglioso, ma più di lui riesce a fare l’incredibile ragazzina (11 anni al tempo delle riprese) Chloë Grace Moretz, che nei panni di Hit Girl è by far la vera mattatrice di questo film, accompagnata da un Nicolas Cage finalmente senza faccia da cane triste e ben calato nel suo personaggio. Anche il look-and-feel da soap opera della prima parte lascia il posto ad una fotografia quasi pulp e ad una regia ardita e dinamica, che raggiunge il trionfo nel classico scontro finale, aperto dall’ingresso di Hit Girl in borghese, sulle note di Per Un Pugno di Dollari di Ennio Morricone. Già, perchè anche la colonna sonora è una playlist-capolavoro, anche questa degna del miglior Quentin, e la citazione di Leone non ne è che un esempio. Insomma, un film esagerato, in ogni senso, esageratamente divertente e interessante per mille motivi. Con la proverbiale lungimiranza nazionale, in Italia è stato snobbato perchè ai distributori non era chiaro a quale pubblico si rivolgesse… comprate il bluray all’estero e guardatelo, ad ogni costo!

The Killer – Die Xue Shuang Xiong (1989)

John Woo, Hong Kong. Qui c’è tutto il Wooismo che poi si andrà a schiantare sul Sunset. Due pistole, slow-motion, colombe, sparatorie, violenza, sangue, onore, poesia. The Killer è un film perfetto, con tutti i suoi difetti.