Che Bella Giornata (2011)

Potrei cominciare scrivendo che il film avrebbe tranquillamente potuto intitolarsi Che Bella Minchiata, e nessuno avrebbe potuto aver da ridire. Ma sarebbe troppo facile, il classico sparare sulla croce rossa. Il problema non è questo film, ma dove va il cinema italiano. Insomma, Che Bella Giornata era sempre tutto esaurito, mentre le sale che proiettavano pellicole di altro spessore – non dico cinema impegnato, ma anche solo altro spessore di puro entertainment – faticavano o erano mezze vuote. E quindi il problema non è nemmeno il cinema italiano, bensì il pubblico italiano, cioè noi. Per carità, nulla contro Checco Zalone e il suo filmetto, che per altro è carino, in alcuni passaggi fa ridere  – ma si rende anche ridicolo mentre prova a risolvere l’intricato tema del terrorismo estremista islamico con una ricetta di cozze avariate e amore non corrisposto – e lo si può vedere una sera a casa sul divano. Però mi si accapona la pelle quando penso che mentre noi produciamo e osanniamo come capolavori queste minchiate, all’estero (e non solo a Hollywood) si producono film esagerati (penso, per esempio, a Let the Right One In, film svedese riconosciuto perfino da Empire come new entry di riferimento del cinema horror e cinque stelle) di ben altro spessore e, per quanto di genere, di ben altra rilevanza nel panorama cinematografico internazionale. Insomma, ok Checco, le sue battutacce e la sua terronia, ma non venitemi a dire che questo è un Bel Film! (notare B e F maiuscole). Una nota a parte la presenza, simpatica, di Caparezza, amico di Checco, anche lui sacrificato sull’altare dell’unico genere di successo in Italia, la commedia/minchiata post-vanzina. Può anche far ridere, ma che tristezza.

Checco: “Tu studi? Non serve a un cazzo qui”

Cado dalle Nubi (2009)

Costretto dagli eventi, un po’ per caso, un po’ per amore, alla fine questo film l’ho guardato. Ci sono arrivato dopo tutto il tam-tam mediatico che mi diceva che non lo potevo perdere (perchè è un film da vedere a tutti costi, perchè Checco Zalone è irresistibile, è il nuovo comico travolgente, è l’astro nascente del nuovo cinema italiano, e tutta una serie di ulteriori e sovraccarichi complimenti e aggettivi che ho rimosso). Beh, ok, alla fine l’ho visto. E?… E mi viene un po’ da chiedermi – da chiederci – tutto quà? Ok, trattasi di pellicolina misurata, simpatica, divertente, leggera. Ma mi viene anche da dire aridatece Troisi, Sordi, Il Mascetti, la Supercazzola!!! Insomma, Checco fa sorridere, ma nulla più, mentre la regia di Gennaro Nunziante ricorda – per piglio e personalità – quella di una qualche televendita di OK Il Prezzo è Giusto. Se questo è tutto quello che il cinema brillante italiano sa esprimere, il quadro è davvero desolante. Per carità, il film è ottimo per una serata di vero alleggerimento, in DVD, sonnecchiando – o facendo altro – sul divano. Ma la parola Cinema ha altri significati e ben altra nobiltà.

Checco: Non puoi scancellare sei anni d’amore con il fotochoc.