Capricorn One (1978)

Tutto pronto per la prima missione umana su Marte. Il Pianeta Rosso aspetta. I tre uomini dell’equipaggio sono pronti, preparatissimi. Ma il giornalista d’assalto Elliott Gould sente puzza di bruciato, mentre il countdown continua… Per tutti gli amanti della cospirazione, in tempi non sospetti, c’è da riscoprire questo film di Peter Hyams sulla missione su Marte mai avvenuta. Un film capace di catturare l’atmosfera di un momento storico, in cui si respira ancora un po’ di quell’ingenuo entusiasmo anni ’60 per la corsa allo spazio, mescolato però all’approccio disilluso e un po’ truffaldino più caratteristico dei decenni successivi. Alla fine la vera missione dei tre astronauti (James Brolin, Sam WaterstonO. J. Simpson) sarà la fuga da un hangar segreto, braccati attraverso un deserto che sembra davvero Marte, verso la propria veglia funebre. In quanti ce la faranno ve lo lascio scoprire, ma lasciatemi dire che questo è uno dei pochissimi film in cui l’happy-end è perfettamente integrato nella linea narrativa. Un finale dolce-amaro, emozionante e commovente, sapientemente girato in slow-motion, lasciandoci intuire le conseguenze in quello sguardo tra il sorpreso e il rassegnato del velenosissimo baddie Hal Holbrook. Da vedere.

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Ocean’s Eleven, Twelve, Thirteen (2001, 2004, 2007)

L’ispiratissimo Steven Soderbergh parte alla grande con Ocean’s Eleven, perfetto esempio di come si realizza una commedia negli anni 2000: acuto, divertente, coinvolgente e con un cast pazzesco, capace di mettere sulla stessa barca i due belloni del momento (Clooney e Pitt) con altri grandissimi nomi tipo Matt DamonAndy GarciaJulia Roberts ed Elliott Gould. Ben scritto, con battute supersmart – quella su Elton John che rivuole la camicia la inserisco personalmente nell’olimpo delle migliori della storia del cinema – e con un gruppo di attori che oltre a recitare (bene) gigioneggiano, senza mai prendersi troppo sul serio, sullo sfondo della solita Las Vegas da sogno. Come spesso avviene, il secondo capitolo delude: tutto quello che in Eleven aveva girato come un orologio svizzero, in Twelve non funziona, incespica, si inceppa. Un film a cui, a differenza del primo, non concederai mai una seconda visione. Saggiamente, Soderbergh risolleva le sorti della saga con il terzo capitolo, riportandola a giocare in casa: Back to Vegas, grazie anche ad un certo Al Pacino nella parte del villain di turno, Thirteen recupera parte delle atmosfere e della gradevolezza del primo capitolo. In conclusione, gran divertimento, superproduzione e supercast. Da vedere i numeri dispari. Twelve facoltativo, se proprio vuoi fare il perfettino.