Johnny English Reborn (2011)

Dopo averci regalato lo splendido Dorian Gray (2009), Oliver Parker sale sul seggiolino dolly e dirige questo pericoloso sequel di Johnny English (2003). Il pericolo sta tutto nel rischio di assuefazione agli spy-spoof, che ormai abbondano dai vari Get Smart fino a Spy Hard, passando per tutta una serie di pellicole più o meno spoof, più o meno note. Nel mirino sempre l’ultraclassico James Bond, e se non altro questo Johnny English Reborn è talmente affine a 007 in termini di look and feel da riempire il vuoto dovuto al ritardo del terzo capitolo del reboot con Daniel Craig. Torna Rowan Atkinson nei panni della spia che vi amava, e con lui la mitica Gillian “xfiles” Anderson nel ruolo di Pegasus, capo dei Servizi Segreti di Sua Maestà. Il cast è ottimo e credibile, e questo da stoffa al film che, potendo contare anche su un livello produttivo sicuramente degno di un vero 007, si distacca da prodotti analoghi. Alla fine la trama di questo Johnny English potrebbe sembrare un’avventura dell’Ispettore Clouseau, con la classica formula dell’imbranato che rocambolescamente riesce a risolvere il caso e a prendersi la gnocca (una meravigliosa Rosamund Pike). Ma va detto, ad onor del vero, che per siamo ben lontani dalle ultra minchiate alla Leslie Nielsen, con una sceneggiatura che tolte le gag di Atkinson (in cui vi assicuro si ride comunque di gusto) potrebbe quasi reggere anche uno spy-movie serio. Insomma, se da un lato questo è un film sicuramente perdibile e probabilmente inutile, dall’altro mi sentirei di consigliarlo a tutti gli amanti del genere spionistico, per l’atmosfera che si respira e per le incessanti strizzatine d’occhio, citazioni e richiami a tutto il mito dell’universo Bond.

Johnny English: I may not know much about golf Tucker, but I know how to hold the bat.

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The X-Files (1993)

Ci sono momenti in cui le cose subiscono improvvisamente un’accelerazione. Fino a un minuto prima tutto sembrava stabilizzato, immutevole, bloccato. Poi succede qualcosa, o arriva qualcuno, che praticamente in una notte cambia per sempre il panorama conosciuto. Chris Carter ebbe esattamente questo ruolo, quando nel 1993 si presentò dagli alti papaveri della Fox con tutta l’intenzione di vendere il format di The X-Files, rivoluzionaria serie incentrata su mutazioni, orrore e cospirazioni. Immaginiamo le facce di questi, che fino a un minuto prima pensavano a Supercar o ai Jefferson. Fortunatamente furono tanto illuminati da comprarlo, lasciando Carter libero di lanciare la sua bomba nel panorama delle serie TV, popolato fino ai primi anni ’90 di minchiate più o meno leggere che copiavano tutte dallo stesso libro. Ecco, X-Files è una serie epocale proprio perchè segna il momento di maturazione definitiva del prodotto telefilm da roba per ragazzini a roba seria. Se nel ’93 non ci fossero stati Mulder e Scully (meravigliosamente interpretati dallo spooky David Duchovny e dalla fascinosa Gillian Anderson) forse non avremmo mai avuto serie cult come Dexter, LostBattlestar Galactica o Fringe (giusto per citare le prime che mi vengono in mente). Le prime sette stagioni di X-Files rasentano la perfezione, rimanendo sempre in equilibrio su un intrigante vedo/non vedo, che si parli di alieni, varie umane mostruosità o cospirazioni. Le ultime due, quelle senza Mulder per capirci, lasciano il tempo che trovano e sembrano realizzate dalla Fox più per fare cassa che per altro. Ma stiamo parlando in ogni caso di un prodotto da urlo, una palestra per tantissimi scrittori, sceneggiatori e registi che, proprio grazie a X-Files, hanno potuto farsi le ossa per poi lanciarsi nel mondo del cinema. Menzione d’onore per la sigla e l’indimenticabile soundtrack di Mark Snow, da qui in poi razziata da documentari e telegiornali ogni volta che si parla di mistero. Insomma, ribadisco, serie epocale, milestone, svolta. Capace di ottenere negli anni 102 nomination e di aggiudicarsi 26 award vari, universalmente riconosciuta e osannata come cult. Con un seguito di milioni di fan e migliaia di siti web dedicati, X-Files è stata e resta la mamma di tutta l’attuale fiction TV. Se non l’avete mai vista, correte a comprare i dvd.

Mulder: I want to believe.