W (2008)

Che Oliver Stone non fose esattamente un repubblicano si sapeva. Che George W. Bush offrisse il fianco a mille critiche anche. Che Stone facesse un film su di lui, mettendone in risalto l’inetta incompetenza, è stato quindi un fenomeno del tutto naturale, come la pioggia dopo l’incontro tra aria fredda e aria calda. Ed ecco che, guidato da Oliverone, un incredibile Josh Brolin interpreta W – la lettera lo contraddistingue dal padre George H.W. Bush, 41° presidente USA – alle prese con l’imprevedibile, incredibile, inarrestabile serie di eventi che lo porteranno da mediocre studente rampollo di famiglia bene Texana a 43° presidente dell’ultima superpotenza. Stone confeziona un film palesemente schierato, gradevole, non so quanto storicamente attendibile. Ne esce il ritratto di un’America in mano a un presidente in cowboy boots e a una cricca di incoscienti guerrafondai, più o meno incompetenti, preoccupati solo di tenere a bada le lobby e di approfittare di ogni spiraglio offerto loro dalla storia. Forse è andata così, o forse no. Non lo sapremo mai. Il film vale comunque la pena e merita di essere visto. Senza prenderlo per oro colato, rappresenta sicuramente un punto di vista – quello di Stone, che proprio pirla non è – su cui comunque riflettere.

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No Country for Old Men (2007)

I fratelloni Coen ci rifanno, con una specie di desert-Fargo disilluso all’inseguimento di super malloppo full-optional. Un meraviglioso Josh Brolin in fuga attraverso il Texas, inseguito dal sorriso stilosamente noir dello spietatissimo Javier Bardem, per scoprire che negli anni ’80 abbiamo perso tutti. Le mani sul malloppo le ha messe qualcun altro, e a noi non resta che tirare la monetina per scegliere se vivere o morire.