The Expendables (2010)

Non so chi abbia convinto Sylvester Stallone di essere un regista, ma chiunque l’abbia fatto meriterebbe una bella sculacciata. Peccato, perché l’idea di mettere insieme i mostri sacri dell’action anni ’80 in un unico film e rispolverare, con una ventata di sana auto ironia, lo spirito di allora poteva anche non essere male. Ma alla fine la presunta reunion si rivela una bufala, o al massimo una trovata pubblicitaria/specchietto per le allodole per attirare l’attenzione. Bruce Willis e Arnold Schwarzenegger – i cui nomi sono gridati sul poster del film – appaiono fugacemente per cameo della durata, si e no, di un paio di minuti. Mickey Rourke (sempre piú devastato) sta in scena in tutto forse sei minuti. Il film finisce, come ovvio, per concentrarsi su Stallone (ormai davvero deforme, ma che ha combinato?) e su Jason Statham, che rimane sempre supercool ed è l’unico che alla fine tiene in piedi la baracca (ma che ormai scegliendo certi copioni si sta infilando su una china preoccupante). I due protagonisti sono accompagnati da un incolore Jet Li (certo che anche lui, ma che film si è messo a fare?) e un altro paio di muscolosi nobodies. Per il resto il film é una minchiata, che scopiazza malamente dal più trito e ritrito sottobosco action, proponendoci il solito schema con il solito gruppo di ex corpi speciali alle prese con il solito ex agente CIA gone rogue nel il solito paesino straccione – e inventato – del centroamerica, in combutta con il solito generale corrotto, la solita droga, la solita gnocca da salvare con isola/castello da-distruggere-in-cinque-contro-tutti negli ultimi 20 minuti. E, tornando alla domanda retorica iniziale su Stallone regista, il film non è nemmeno particolarmente ben girato, anzi. Insomma, che aggiungere? Un paio di buone battute, una sola idea (sprecata), tanti spari, troppa violenza e poco altro.

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First Blood (1982)

Prima di far diventare Rambo un fenomeno da baraccone, papà di tutti gli action heroes pompati, armati fino ai denti e sfigati, Stallone portava sugli schermi questa storia reduce del Vietnam. Un film duro e intenso, a tratti drammatico, che butta lì tutte le possibili psicosi del caso lasciando a te la facoltà di giudicare. Girato benissimo da Ted Kotcheff, First Blood invecchia anche benino, ben lontano dai vari sequel reali o presunti. Un film di cui comunque sei costretto a parlare sottovoce per colpa degli irreparabili danni che hanno fatto i patetici numeri 2, 3 e 4.